La parola italiana protocollo deriva dal latino tardo protocollum , che a sua volta è un prestito dal greco bizantino πρωτόκολλον ( prōtóko...
La parola italiana protocollo deriva dal latino tardo protocollum, che a sua volta è un prestito dal greco bizantino πρωτόκολλον (prōtókollon).
Vediamo la scomposizione:
- πρῶτος (prôtos) = primo, iniziale
(è la stessa radice di parole come “protone”, “prototipo”, “protagonista”) - κόλλα (kólla) = colla, gomma, sostanza adesiva
Origine d'uso: il primo foglio incollato
In origine, nel mondo bizantino, il πρωτόκολλον era il foglio incollato all'inizio di un manoscritto o documento ufficiale, su cui venivano annotate informazioni fondamentali come:
- titolo
- autore
- data
- autenticazione
Evoluzione semantica
Epoca | Significato di "protocollo" |
---|---|
Grecia bizantina | Primo foglio incollato a un documento |
Medioevo | Nota introduttiva autentificante |
Età moderna | Registro ufficiale, serie ordinata di atti |
Contemporanea | In ambito amministrativo, medico, informatico, diplomatico: insieme di regole, procedure, formati, registrazioni |
Curiosità
Il passaggio da "colla" a "regole o formato da seguire" è una splendida metafora dell’aderenza: il protocollo è ciò che tiene insieme, ciò che lega le parti di un sistema, che garantisce coerenza e autenticità.
Volentieri Luca. La precisione del verbo “protocollare” in ambito amministrativo nasce direttamente dall’evoluzione storica e giuridica della parola protocollo, e il suo significato si è “cristallizzato” in un contesto in cui ordine, autenticità e tracciabilità sono essenziali.
Che cosa significa protocollare
Nel linguaggio amministrativo italiano, protocollare significa registrare formalmente un documento (in entrata o in uscita) in un apposito registro ufficiale, assegnandogli:
- un numero progressivo univoco
- una data e ora certa
- eventuali metadati (mittente, oggetto, ufficio destinatario)
Perché ha assunto questo significato preciso?
1. Dal foglio incollato alla registrazione cronologica
Come abbiamo visto, il πρωτόκολλον bizantino era il primo foglio incollato a un documento, dove si riportavano gli estremi di identificazione.
Nel tempo, quel primo foglio è diventato una registrazione autonoma: prima nei codici notarili, poi nei registri pubblici, e infine nei registri di protocollo degli enti.
2. Necessità di ordine e certezza nei documenti pubblici
Nel contesto della pubblica amministrazione, ogni atto deve:
- avere una posizione univoca nel tempo
- poter essere richiamato, conservato e verificato
- garantire che non venga smarrito, modificato o ignorato
E quindi, “protocollare” è diventato sinonimo di “registrare ufficialmente secondo procedura”.
Base normativa
In Italia, il significato preciso e formale di “protocollare” è sancito anche da norme specifiche:
- DPR 445/2000 (Testo Unico sulla documentazione amministrativa)
- Linee guida AgID (per il protocollo informatico)
Estensione semantica
Il verbo protocollare ha oggi un significato:
- tecnico-amministrativo (nei flussi documentali)
- formale e vincolante: protocollare un documento significa ufficializzarlo
Curiosità linguistica
Nella lingua comune, si è diffuso anche in modo ironico o iperburocratico:
“Per mandare avanti quella pratica, devi prima protocollarla…”
oppure in frasi come:
“Finché non protocollano la richiesta, è come se non esistesse.”
Come mai protocollo è maschile, anche se dentro c'è “colla”, che in italiano è femminile? E perché “protocollare” sembra riportare in vita quella “a” finale che fa pensare a una radice femminile?
Da “kólla” a “protocollo”: il salto linguistico… con cambio di genere
La parola greca prōtókollon (πρωτόκολλον) era già neutro in greco bizantino. In greco, i sostantivi possono essere maschili, femminili o neutri. E “kólla” (la colla) nella parola composta non mantiene per forza il suo genere: diventa parte di un nuovo composto neutro. Quindi, fin dall’origine, prōtókollon non è femminile.
Quando passa in latino tardo, diventa protocollum, ancora al neutro o maschile a seconda dei contesti, e poi nella lingua volgare si assesta come maschile per suono, uso e forma.
Conclusione: il genere maschile non dipende dalla “colla” in sé, ma dall’intero composto originale greco che era neutro, e che l’italiano ha assimilato al maschile secondo una sua tendenza naturale.
La “a” di “protocollare” non è femminile: è semplicemente grammaticale
Il verbo protocollare non è legato alla femminilità della colla, anche se finisce in “-are”. In italiano, infatti, moltissimi verbi finiscono in “-are” e questo non ha nulla a che vedere con il genere:
- mangiare, parlare, ascoltare, volare, archiviare…
- e, ovviamente: protocollare
Il rischio di confusione con “collo”… c’è, eccome!
Hai centrato perfettamente un altro punto: per chi non conosce l’etimologia, protocollo potrebbe sembrare una parola derivata da collo (anatomico o da spedizione), proprio perché:
- La radice sembra quella: proto-collo
- “Collo” è molto più comune di “colla” nei termini tecnici
- Nessuno pensa istintivamente a un’antica colla greca
In sintesi
- Protocollo è maschile perché deriva da una parola neutra greca e poi maschile in latino, non per “colpa” della colla.
- Il verbo protocollare ha la “a” finale perché è un verbo della prima coniugazione, non perché riprende il genere di “colla”.
- La somiglianza con “collo” è fuorviante, ma comprensibile: se uno non conosce l’etimo, è facile pensare al collo delle spedizioni o a quello sotto la testa.
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